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ALESSANDRO VIGILANTE

Il corpo al centro della scena; è un corpo in movimento, erotico, espressivo e comunicativo; il movimento è il suo linguaggio. L’essenzialità dell’abito che accoglie il corpo. L’abito come una seconda pelle.
Il senso dello scoprire consapevolmente il corpo, ma attraverso gli abiti; di togliere piuttosto che aggiungere, sottrarre, ridurre il tessuto creando fenditure, nuove finestre di pelle nuda, incorniciando schiene, scolli e profondi spacchi.
Questa la filosofia e l’estetica di Alessandro Vigilante che prende forma in tutta la sua coerenza nella collezione.

ATTO I – TALKING BODY
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ALESSANDRO VIGILANTE

Il corpo al centro della scena; è un corpo in movimento, erotico, espressivo e comunicativo; il movimento è il suo linguaggio. L’essenzialità dell’abito che accoglie il corpo. L’abito come una seconda pelle.
Il senso dello scoprire consapevolmente il corpo, ma attraverso gli abiti; di togliere piuttosto che aggiungere, sottrarre, ridurre il tessuto creando fenditure, nuove finestre di pelle nuda, incorniciando schiene, scolli e profondi spacchi.
Questa la filosofia e l’estetica di Alessandro Vigilante che prende forma in tutta la sua coerenza nella collezione.

ATTO I – TALKING BODY
 

È una collezione profondamente influenzata dalla passione per la danza contemporanea, in particolare da due maestri agli antipodi come Pina Bausch e Merce Cunningham: i look sartoriali maschili oversize che Pina indossava; gli accademici essenziali che disegnavano il corpo, inglobando anche le mani con i guanti, in alcuni spettacoli di Cunningham.
La danza di Pina, piena di sfumature come l’umanità; l’esaltazione dell’imperfezione e della personalità. La danza di Cunningham, precisa e formalmente perfetta, molto tecnica.
Il rigore sensuale delle linee è il leitmotiv della collezione, che si presenta pulita, lineare, netta ma allo stesso tempo iper femminile e dinamica.
Anche la parte che prende spunto dal tailoring maschile ha come cardine la giacca oversize e rigorosa, ma che lascia scoperta la schiena. Da portare con leggings o ciclisti di lattice vegano, o ancora con stivali calza per ribadire questa sensualità minimale.
Gli abiti sono creati pensando al corpo, partono da esso e ad esso ritornano, accostandogli texture diverse tra loro, ma armonizzate nel loro fondersi con la pelle: guaine e lattice vegano assieme a morbide lane e sete fluide.
L’abito alla caviglia in coloratissimo lattice, scopre spalle e gambe in un gioco di tagli e spacchi, mentre quello in seta leggerissima, etereo, trasparente e impalpabile nella parte della gonna, disegna il busto alternando bande e tagli del tessuto.
Gli abiti in maglia si aprono sulla schiena mostrando cut anatomici, mentre le maglie diventano una seconda pelle: compatte e stretch aderiscono al corpo, oppure lo accarezzano, più dolci e morbide, lavorate a punti effetto smagliatura, iper leggere e
semitrasparenti.
Ciclisti e leggings costruiti su superfici lucide e abbinati a piccoli pezzi cropped di maglieria dai tagli femminili e seducenti, regalano una silhouette essenziale ma che esalta il corpo nella sua unicità.
Nei top – lembi di tessuto come bande contenitive o come brassiere abbinate a coprispalle minimali – la pelle si vede quasi più del tessuto stesso. Pezzi piccoli, fascianti, avvolgenti che si abbinano a pantaloni sartoriali dal taglio maschile, impeccabilmente ampi e fluidi, in un contrasto di proporzioni perfetto.
Anche i colori rispecchiano l’essenzialità delle linee, sia quando sono pieni e vibranti come l’azzurro, il giallo lime e il bordeaux , sia quando fluttuano in una gamma di toni neutri, che richiamano le nuances della pelle. Immancabili il bianco e il nero.

ALESSANDRO VIGILANTE

Alessandro Vigilante
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